Ciao. O meglio: arrivederci! Io oggi me ne vado in vacanza. Ma non una delle mie tipiche vacanze, in cui se non vado in ufficio, studio, scrivo la tesi, costruisco il sito internet, registro video, seguo gruppi di adolescenti in gita oppure accompagno giovani nel loro anno di servizio civile. No, no. Questa sarà una vacanza diversa, una vera vacanza, di quelle in cui si fa il pieno di relax e ci si ricarica.
C’è chi appena si chiude alle spalle la porta dell’ufficio già si vede con un Cocktail in mano e chi anche con i piedi a mollo nel mare rimane con la testa nella stanza riunioni. Io in questo agosto 2020 sono fermamente decisa a rientrare nella prima categoria: voglio staccare davvero la spina e prendermi una pausa. Come fare? La ricetta è semplice e me l’ha regalata Aaron Turner qualche anno fa, durante il Secondo Congresso Nazionale di 3 Principi Italia.
ANCHE NON FARE NIENTE PUO’ RISULTARE STANCANTE
Era un venerdì mattina di novembre del 2018, l’ indomani sarebbe cominciato il Congresso. Mi aspettava un viaggio di ben dieci ore ma io tutto sommato ero contenta, perché a parte un cambio a Monaco, sarei stata tutto il tempo seduta nel mio scompartimento. Quante cose avrei potuto fare! Guardare fuori dal finestrino, scrivere, leggere, vedermi un film, chiacchierare con le persone mie compagne di viaggio, bermi una birretta fresca, ascoltare musica, dormire. Avrei avuto dieci ore tutte per me, per rilassarmi e ricaricare le batterie, cosa di cui sentivo di avere estremamente bisogno.
Ahimè, non andò proprio così. Arrivata a Venezia-Mestre, al momento di scendere dal treno, ero più stanca di quando ero partita. Per tutto il tempo del viaggio, infatti, non ho fatto altro che pensare che avrei forse dovuto studiare, che il martedì dopo sarei tornata a lavoro e che non ne avevo alcuna voglia, che invece di pensare allo studio e al lavoro, come stavo facendo, avrei dovuto rilassarmi. Credimi, in balìa dei miei pensieri, non ho avuto né il tempo né la forza per fare nulla, nemmeno per il tanto desiderato relax. Assurdo vero? Eppure molte persone non riescono a trarre giovamento profondo dal loro tempo libero. E così è capitato anche a me. Alla fine del viaggio mi sentivo insoddisfatta ed esausta.
COME FARE A PRENDERSI DAVVERO UNA PAUSA?
Il Congresso Nazionale di 3 Principi Italia aveva nel 2018 un ospite d’ eccezione: Aaron Turner. Colsi l’occasione di un suo intervento modello Domande-Risposte per chiedergli consiglio. Gli raccontai la storia delle dieci ore di treno, di tutte le cose belle che avrei voluto fare e di quanto al termine del viaggio mi sentissi stanca ed esautorata di ogni energia, sebbene non avessi fatto praticamente nulla. Gli sottoposi così il mio quesito: come fare a prendersi davvero una pausa da tutto?
Con il sorriso di chi in quel momento vede qualcosa che tu non vedi, Aron mi rispose:
Non hai bisogno di prenderti una pausa da tutto. Hai bisogno di prenderti una pausa dai tuoi pensieri riguardo al tutto.
Aaron Turner
Rimasi imbambolata. D’un tratto capii che il problema non erano le mille cose da fare, ma quello che pensavo sulle mille cose da fare. Il vero problema era che pensavo, tanto e troppo! Per smettere di essere con la testa in università o in ufficio mi bastava portare la mia testa nel qui ed ora.
IL TEST DEL VIAGGIO DI RITORNO
Il lunedì ero già di nuovo in treno, altre dieci ore per tornare in Germania. Non ho esitato a mettere in pratica il consiglio: ho smesso di dare retta ai miei pensieri e mi sono ascoltata. E sai cosa ho sentito? Contro ogni mia aspettitativa, ho sentito una voce che mi diceva di mettermi a studiare per una tesina che avrei dovuto consegnare più di un mese dopo. Non mi diceva di dormire, leggere, scrivere, guardare fuori dal finestrino e rilassarmi. No no, quella voce mi diceva: adesso studia. E l’ho fatto, e senza troppa difficoltà. Dopo neanche un’ora ho alzato la testa e sono rimasta incantata dal paesaggio, tanto che per un po’ non sono più riuscita a smettere di meravigliarmi dei castelli, delle montagne e delle loro cime innevate.
Le ore successive le ho trascorse così, facendo non quello che pensavo avrei dovuto fare per rilassarmi, ma quello che sentivo essere giusto per stare bene. Sono arrivata a Norimberga alle 10 di sera piena di energia.
Mi auguro che queste due settimane così come i miei fine settimana e i miei giorni liberi, siano come quelle dieci ore di viaggio di ritorno a casa. Un ascolto costante di me e dei miei bisogni più profondi. Stacco la spina. Anzi no, chissà quale energia positiva può scorrere! Rivendico però il diritto, alla bisogna, di spegnere l’interruttore.
Buone vacanze!