CHE SENSO HA LA VITA?

by 29 January 2021Autenticità, Benessere4 comments

Hai mai avuto la sensazione di poter vincere l’Oscar come miglior interprete non protagonista nel film della tua vita? Io sì. In passato mi sono spesso scoperta a pensare “Devo prendere in mano la mia vita” oppure “nella vita voglio fare questo o quello”, “non ho combinato niente nella vita” e ancora “la vita è una sola”.

In questi ultimi mesi poi, diciamocelo, chi non ha mai detto o pensato almeno una volta “non vedo l’ora di tornare ad una vita normale”? Come se il 2020 avesse avuto la capacità di mettere la vita in pausa. Come se esistessero una vita vera, quella “normale” e tante, infinite vite-deroga, durante le quali ci si arrangia come si può nell’attesa di poter premere di nuovo play.

Insomma, per anni mi sono interrogata sul senso della vita. L’ho cercato, l’ho trovato, l’ho perduto, l’ho negato. Ora mi rendo conto che è proprio il porsi questa domanda… che non ha senso!

UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI

Se disegnassimo il significato delle espressioni di cui sopra su un foglio, il soggetto e la vita verrebbero rappresentate come due entità separate: da una parte una persona e dall’altra la vita, rappresentata come qualcosa da vivere, da camminare, da prendere in mano, da ricostruire, da ricominciare, di cui trovare la direzione.

E se non fosse proprio così?
Michael Neill propone tre “modi” di sperimentare la vita:

  • #1: ci si può sentire in balìa degli eventi, vittime della vita.
  • #2: ci si può sentire artefice del proprio destino, in pieno controllo della vita.
  • #3: oppure ci si può sentire, semplicemente, vita.

Ed è proprio quest’ultimo pensiero che desidero approfondire con te.

Di fatto siamo un corpo, una mente, un insieme di cellule in cui la vita scorre e si trasforma. La vita siamo noi! In questo istante, e in quest’altro e in quest’altro ancora.

Ogni altro pensiero a riguardo è una contraddizione in termini. È il percepire una separazione laddove per definizione c´è unità! Ecco perché dico che, in fondo, non ha proprio senso struggersi alla ricerca di un senso della vita. Noi siamo vita!

LA TEORIA NELLA PRATICA: IMPARARE AD ESISTERE

Bei pensieri, belle parole. Ma cosa significa questo… nella vita vera?
Beh, ti posso raccontare quello che ha significato per me. Mi sono, semplicemente, rilassata. Ho capito che non devo fare nulla né devo andare da nessuna parte. Non ho bisogno di raggiungere obiettivi o arrivare in fondo alla lista delle cose da fare. Posso, certo. Ma non devo. Non ho bisogno di alcun marchio di qualità per poter dire che la mia vita vale la pena di essere vissuta. (“Valere la pena” poi, che espressione brutta. La vita dovrebbe valere l’allegria, la gioia.)

Io sono. Punto.

E questa è ragione necessaria e sufficiente per definire il mio valore. Il fatto stesso di esistere giustifica la mia esistenza. “In teoria è facile” dirai tu. Beh, io l’ho sperimentato anche nella pratica. Il mio proposito per il 2020, infatti, era “imparare ad esistere”. In quest’anno appena trascorso ho così disimparato ad identificarmi con qualsiasi forma di prestazione o rendimento, ho smesso di soffrire l’ansia di dover dare un senso alle mie giornate. Parafrasando Annalisa Salmaso, psicoterapeuta 3Principi, ho tolto il superfluo e sono rimasta io. Vita. Ed è con questa nuova consapevolezza che in fin dei conti mi diverto a fare tantissime cose!

E tu? Cosa ne pensi dell’ “imparare ad esistere”? Lascia un commento qui sotto!
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Alla prossima!